martedì, gennaio 17, 2012

Attestazione energetica obbligatoria.


Dal 1 gennaio 2012, è obbligatorio riportare l’indice di classificazione energetica negli annunci di vendita, rendendo di fatto l’Ace (attestato di certificazione energetica) necessario nei trasferimenti immobiliari a titolo oneroso.
L’Ace permette di valutare l’efficienza energetica dell’immobile in relazione ad alcuni parametri e valutare in questo modo, quali possono essere i costi relativi al riscaldamento/affrescamento dell’immobile. Il tutto viene classificato in una scala di valori che va da A+ (edifici con minori consumi) a G (edifici con maggiori consumi).
L’attestato di certificazione energetica (Ace) non è un documento nuovo ma esiste da circa 10 anni. Non si è mai capito però come dovesse essere utilizzato, tant’è che fino allo scorso anno le certificazioni energetiche in Italia non avevano una disciplina comune ma la loro presentazione variava da regione a regione, mettendo di fatto l’Italia in una situazione di svantaggio soprattutto nei confronti dei paesi nord europei (sempre più attenti al discorso sostenibilità).
La mancata presenza di un sistema di classificazione obbligatorio, non ha fatto altro che accrescere questa situazione: attualmente si stima che solo il 20% circa del patrimonio residenziale italiano, presenti i requisiti per essere qualificato dal punto di vista energetico e che circa l’80% del patrimonio immobiliare rientra nelle classi G ed F .
Eppure i vantaggi del possedere un immobile di classe C rispetto al dirimpettaio con un immobile di classe F sono rilevanti; questo infatti può portare ad ottenere un ricavo di vendita superiore del 10% (nel caso di classe A si può arrivare perfino al 30%) anche in tempi di crisi.
L’attestato di certificazione energetica può quindi servire,  nel lungo termine, a declassare gli edifici meno efficienti e portare il mercato a creare differenze di prezzo - fra immobili apparentemente della stessa tipologia - che ai giorni d’oggi sono sempre difficili da riscontrare. Questo costringerà anche gli operatori del mercato immobiliare a dover optare, inevitabilmente, verso scelte indirizzate ad un maggior uso di materiali ecologici che garantiranno in questo modo all’immobile di avere prezzi più competitivi.
Solo una pecca presenta questa norma;  manca di un sistema sanzionatorio generale, rimandato solo alle varie leggi regionali. Attualmente infatti, solo la regione Lombardia presenta delle sanzioni che vanno dai 1.000 ai 5.000 euro per coloro che non ottempereranno a tali obblighi.

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