Dal 1 gennaio 2012, è obbligatorio riportare
l’indice di classificazione energetica negli annunci di vendita, rendendo di
fatto l’Ace (attestato di certificazione energetica) necessario nei
trasferimenti immobiliari a titolo oneroso.
L’Ace permette di valutare l’efficienza
energetica dell’immobile in relazione ad alcuni parametri e valutare in questo
modo, quali possono essere i costi relativi al riscaldamento/affrescamento dell’immobile.
Il tutto viene classificato in una scala di valori che va da A+ (edifici con
minori consumi) a G (edifici con maggiori consumi).
L’attestato di certificazione energetica
(Ace) non è un documento nuovo ma esiste da circa 10 anni. Non si è mai capito
però come dovesse essere utilizzato, tant’è che fino allo scorso anno le
certificazioni energetiche in Italia non avevano una disciplina comune ma la loro
presentazione variava da regione a regione, mettendo di fatto l’Italia in una
situazione di svantaggio soprattutto nei confronti dei paesi nord europei
(sempre più attenti al discorso sostenibilità).
La mancata presenza di un sistema di
classificazione obbligatorio, non ha fatto altro che accrescere questa
situazione: attualmente si stima che solo il 20% circa del patrimonio
residenziale italiano, presenti i requisiti per essere qualificato dal punto di
vista energetico e che circa l’80% del patrimonio immobiliare rientra nelle
classi G ed F .
Eppure i vantaggi del possedere un immobile
di classe C rispetto al dirimpettaio con un immobile di classe F sono
rilevanti; questo infatti può portare ad ottenere un ricavo di vendita superiore
del 10% (nel caso di classe A si può arrivare perfino al 30%) anche in tempi di
crisi.
L’attestato di certificazione energetica può
quindi servire, nel lungo termine, a
declassare gli edifici meno efficienti e portare il mercato a creare differenze
di prezzo - fra immobili apparentemente della stessa tipologia - che ai giorni
d’oggi sono sempre difficili da riscontrare. Questo costringerà anche gli
operatori del mercato immobiliare a dover optare, inevitabilmente, verso scelte
indirizzate ad un maggior uso di materiali ecologici che garantiranno in questo
modo all’immobile di avere prezzi più competitivi.
Solo una pecca presenta questa norma; manca di un sistema sanzionatorio generale,
rimandato solo alle varie leggi regionali. Attualmente infatti, solo la regione
Lombardia presenta delle sanzioni che vanno dai 1.000 ai 5.000 euro per coloro
che non ottempereranno a tali obblighi.
©Riproduzione
Riservata
Nessun commento:
Posta un commento