giovedì, gennaio 19, 2012

Il palazzo del Leone, cambia veste



E’ la notizia della settimana, il palazzo del Leone di Firenze ha inaugurato la sua nuova veste dopo due anni di attente ristrutturazioni (costate circa 5 milioni di euro)  che hanno portato ad un concetto di lifestyle ed officebuilding, innovativo nel panorama nazionale della gestione immobiliare. L’obiettivo di tali lavori è stato quello di rendere il palazzo non solo “casa” di importanti studi finanziari o private banking, ma anche sede di rappresentanza delle più importanti aziende fiorentine.
Costruito nel 1871, con il progetto dell’architetto Landi, il Palazzo delle Assicurazioni Generali  è l’ultimo edificio costruito in Piazza della Signoria, da sempre luogo di grande importanza non solo culturale ma anche commerciale. In tipico stile rinascimentale fiorentino, si compone di 5 piani, di cui un ammezzato, per un totale di 3000 mq. Oggi è diviso in vari spazi che saranno locati ad un costo variabile fra i 300 e 350 €/mq.
Utilizzato inizialmente per essere la sede delle Assicurazioni Generali di Firenze, la sua destinazione è sempre cambiata nel corso degli anni, perdendo via via, la sua funzione di immobile strumentale. Oggi ospita importanti attività commerciali, come il caffè Rivoire o il flagship di Chanel, ma ciò, considerando anche il contesto, non poteva esimere Generali dal pensare ad un riposizionamento dell’immobile nel mercato. Un Trophy building senza un’anima, identità, rischierebbe di fatto  di vedere ridotto il proprio ruolo a quello di un semplice monumento. 

martedì, gennaio 17, 2012

Attestazione energetica obbligatoria.


Dal 1 gennaio 2012, è obbligatorio riportare l’indice di classificazione energetica negli annunci di vendita, rendendo di fatto l’Ace (attestato di certificazione energetica) necessario nei trasferimenti immobiliari a titolo oneroso.
L’Ace permette di valutare l’efficienza energetica dell’immobile in relazione ad alcuni parametri e valutare in questo modo, quali possono essere i costi relativi al riscaldamento/affrescamento dell’immobile. Il tutto viene classificato in una scala di valori che va da A+ (edifici con minori consumi) a G (edifici con maggiori consumi).
L’attestato di certificazione energetica (Ace) non è un documento nuovo ma esiste da circa 10 anni. Non si è mai capito però come dovesse essere utilizzato, tant’è che fino allo scorso anno le certificazioni energetiche in Italia non avevano una disciplina comune ma la loro presentazione variava da regione a regione, mettendo di fatto l’Italia in una situazione di svantaggio soprattutto nei confronti dei paesi nord europei (sempre più attenti al discorso sostenibilità).
La mancata presenza di un sistema di classificazione obbligatorio, non ha fatto altro che accrescere questa situazione: attualmente si stima che solo il 20% circa del patrimonio residenziale italiano, presenti i requisiti per essere qualificato dal punto di vista energetico e che circa l’80% del patrimonio immobiliare rientra nelle classi G ed F .
Eppure i vantaggi del possedere un immobile di classe C rispetto al dirimpettaio con un immobile di classe F sono rilevanti; questo infatti può portare ad ottenere un ricavo di vendita superiore del 10% (nel caso di classe A si può arrivare perfino al 30%) anche in tempi di crisi.
L’attestato di certificazione energetica può quindi servire,  nel lungo termine, a declassare gli edifici meno efficienti e portare il mercato a creare differenze di prezzo - fra immobili apparentemente della stessa tipologia - che ai giorni d’oggi sono sempre difficili da riscontrare. Questo costringerà anche gli operatori del mercato immobiliare a dover optare, inevitabilmente, verso scelte indirizzate ad un maggior uso di materiali ecologici che garantiranno in questo modo all’immobile di avere prezzi più competitivi.
Solo una pecca presenta questa norma;  manca di un sistema sanzionatorio generale, rimandato solo alle varie leggi regionali. Attualmente infatti, solo la regione Lombardia presenta delle sanzioni che vanno dai 1.000 ai 5.000 euro per coloro che non ottempereranno a tali obblighi.

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martedì, gennaio 10, 2012

Per la detrazione del 36% niente più scadenze


Con il decreto Monti, dal 1 Gennaio 2012, la detrazione del 36% per il recupero edilizio,entra nel T.U.I.R. e quindi non assisteremo più a quelle proroghe annuali dell’ultimo momento.
Poche le novità al riguardo.
Tale detrazione potrà essere usufruita  solo da tutte quelle persone (residenti o non residenti in Italia) assoggettate ad IRPEF che possiedono, in base ad un titolo idoneo (proprietà, nuda proprietà o qualsiasi diritto reale di godimento), l’immobile sul quale si sono effettuati i lavori.
Il limite di spesa sul quale calcolare le detrazioni, resta sempre di 48.000 euro da ripartire in 10 anni. Supponendo di aver sostenuto quindi un costo per lavori di ristrutturazione pari a 48.000 euro, avremmo diritto ad una detrazione annua di 1.728 euro (somma pari al 36% di 4.800). Il nuovo articolo 16 bis del TUIR, non fa nessuna menzione riguardo alla precedente possibilità per le persone di età non inferiore a 75 ed 80 anni di ripartire la detrazione, rispettivamente, in 5 o 3 rate.
Le somme oggetto di tale detrazione sono tutti gli interventi di natura straordinaria, le opere di restauro e risanamento, ed i lavori di ristrutturazione edilizia per i singoli appartamenti e per gli immobili condominiali. Rientrano nella detrazione del 36%, anche i lavori per prevenire il rischio di comportamenti illeciti, la realizzazione di opere per la cablatura degli edifici, eliminazione delle barriere architettoniche, lavori per la realizzazione di autorimesse o posti auto pertinenziali, all’adozione di misure antisismiche, opere per la bonifica dell’amianto e dal 2013,  anche le opere per il conseguimento di risparmi energetici (per tali lavori infatti, fino al 31/12/2012 è prevista ancora la detrazione del 55%).
Ultima nota; nel caso di acquisto di immobili ristrutturati si ha diritto alla detrazione del 36% sull’ammontare forfettario del 25% del prezzo dell’immobile, indipendentemente dal totale delle spese effettuate per il restauro, ma sempre nel limite di 48.000 euro. Quindi ipotizzando di acquistare un immobile per un valore di 300.000 euro ed un altro per 150.000 euro, la detrazione verrà calcolata in questo modo:
-          1° caso: 25% di 300.000 = 75.000. 75.000 * 36%= 27.000 euro (somma da ripartire in 10 anni);
-          2° caso: 25% di 150.000= 37.500. 37.500 * 36% = 13.500 euro (somma da ripartire in 10 anni).  37.500